L'Ortottista - Assistente in Oftalmologia è il professionista sanitario della riabilitazione che lavora in campo oculistico.
Formazione: laurea triennale in ortottica ed assistenza in oftalmologia (Facoltà di medicina e chirurgia).
È specializzato nella prevenzione, valutazione e riabilitazione dei disturbi visivi e nell’esecuzione di tutti gli esami oftalmologici [Profilo Professionale dell’Ortottista Assistente in Oftalmologia - DL 14 settembre 1994, n734 - Regolamento concernente l’individuazione della figura e del relativo profilo professionale dell’ortottista].
Si trova spesso al fianco dell’oculista, sia in ambito privato che pubblico, ma talvolta si trova a collaborare con altre figure professionali in campo riabilitativo (DSA, problematiche visuo-posturali, ipovisione).
La valutazione ortottica mira a diagnosticare la presenza di anomalie a carico dell’apparato muscolare dell’occhio (alterazioni dei muscoli oculari, deficit dei nervi che comandano tale muscolatura), le alterazioni che da questi derivano (visione doppia, confusione, strabismo, ambliopia o “occhio pigro”, paralisi oculari…) e disporre il trattamento adatto al disturbo riscontrato.
Aree di intervento dell’ortottista:
Infanzia: una prima valutazione ortottica è consigliata all’età di 3 anni per verificare l’eventuale presenza di deviazioni oculari (strabismi) che potrebbero impedire il normale sviluppo della funzione visiva. Viene misurata l’acuità controllando che sia ben sviluppata in entrambi gli occhi e che non siano presenti difetti refrattivi i quali necessitano di una visita oculistica, inoltre viene verificato il corretto sviluppo della visione tridimensionale (senso stereoscopico).
A 6 anni, con l’inizio della scuola e una maggiore richiesta di sforzo visivo, è opportuno effettuare un ulteriore controllo ortottico per verificare che si siano raggiunti e mantenuti i 10/10 di acuità visiva e che le capacità fusionali non siano alterate.
È importante la prevenzione: il sistema visivo nei primi 6 anni di vita è estremamente plastico ovvero sensibile alle perturbazioni esterne, ciò vuol dire che se sono presenti delle cause che impediscono la visione in uno od entrambi gli occhi (cataratta congenita, difetti refrattivi non corretti, presenza di strabismo,…) questi possono causare danni permanenti ostacolando lo sviluppo della vista, ma se individuati e trattati per tempo è possibile, sempre grazie alla sua plasticità, ripristinare le normali funzioni e permettere al bambino di sviluppare la funzione visiva in maniera ottimale.
DSA/Disprassia/ADHD/Autismo/Difficoltà scolastiche: una valutazione ortottica approfondita è molto importante nei bambini che hanno ricevuto diagnosi di DSA o disprassia o che presentano delle difficoltà scolastiche e sono ancora in attesa di diagnosi. Infatti, l’ortottista è in grado di studiare e valutare le capacità fusionali, binoculari, accomodative, oculomotorie, di convergenza, visuo-spaziali, di integrazione visuo-motoria, di attenzione e memoria visiva che, se alterate, possono interferire con le attività di letto-scrittura provocando sintomi quali:
- Cefalea nelle attività di letto-scrittura e affaticabilità marcata
- Avvicinamento della testa al foglio
- Assunzione di posizioni anomale del capo
- Presenza di arrossamento e bruciore oculare
- Difficoltà di lettura (inversione di alcune lettere/sillabe, percezione delle lettere in movimento, perdita della riga)
- Difficoltà nel rispettare la spazialità del foglio (esce da righe/quadretti)
- Presenza di impaccio motorio (potrebbe essere conseguenza di uso errato del campo visivo periferico)
Età adulta: esistono anche negli adulti dei sintomi/disturbi che necessitano di valutazione e riabilitazione ortottica/visuo-posturale, tra cui:
- Vertigini
- Diplopia
- Paralisi oculomotoria
- Visione sfuocata
- Affaticabilità durante la lettura
- Assunzione di posizioni anomale del capo (PAC)
- Cervicalgia
- Cefalea
Nei casi sopracitati e in molti altri, il recettore oculare potrebbe essere coinvolto, per cui è necessaria ed indispensabile la valutazione ortottica che possa individuare le aree di difficoltà ed intraprendere un percorso riabilitativo facilitando la vita dei pazienti, grandi e piccoli.